Henrique Cazes alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio di Roma

Quelli tra l’8 e il 10 novembre 2019 sono stati giorni storici per la diffusione dello choro in Italia: presso la Scuola Popolare di Musica di Testaccio si è tenuto il workshop di uno dei maggiori esponenti del genere, Henrique Cazes, grande solista di cavaquinho e tra i massimi studiosi dell’argomento, autore di volumi fondamentali come “Escola Moderna do Cavaquinho” e “Choro. Do Quintal ao Municipal”,  docente presso la Universidade Federal di Rio de Janeiro. 

Arrivato in Italia su invito del Conservatorio “F. Cilea” di Reggio Calabria, per un triplice impegno (partecipazione al primo convegno italiano sullo choro, master class e concerto con l’orchestra del Conservatorio), Cazes ha avuto poi alcuni appuntamenti romani, tra cui concerti e appunto, il workshop a Testaccio “Choro e samba. Teoria e pratica della roda”.
La Scuola di Testaccio da alcuni anni ha aperto una significativa finestra sul Brasile: si sono tenuti importanti seminari tra MPB, samba e choro. In particolare per tutto quello che ruota attorno allo choro sono stati fondamentali i workshop tenuti negli ultimi anni da Guinga, Choro de Rua e Henrique Neto. Con quello tenuto da Cazes, patrocinato anche dall’Ambasciata del Brasile in Italia, la “storia” dello choro, ha fatto ingresso in grande stile nella nostra Scuola.
Il seminario vero e proprio era strutturato su due giorni (8 e 9 novembre), mentre il 10 si è tenuto un concerto e una roda finale. Il percorso didattico era rivolto a strumentisti e cantanti, e riguardava brani di choro e di samba. Il lavoro sui brani è stato preceduto da una parte teorica introduttiva, coadiuvata da ascolti di incisioni (spesso da lui rimasterizzate), più o meno sul modello della master class di Reggio Calabria. E così si sono affrontati vari temi, come la trasformazione del ritmo della polka (attraverso un rallentamento della pulsazione e l’introduzione della sincope, fino ad arrivare al maxixe),
l’influenza del samba nei conjuntos regionais, con la grande svolta degli anni ’30 in cui per la prima volta vengono registrate le percussioni del “samba batucado” (nel samba Na Pavuna cantato da Almirante, inciso alla fine del ’29, con il caratteristico tum-tum-tum del surdo, o nei brani di Noel Rosa), per arrivare al Conjunto di Benedito Lacerda con Pixinguinha (facendo ascoltare ad esempio la versione di Um a zero del 1947, con Lacerda, Pixinguinha, Dino 7 cordas, Meira, definito  uno dei punti più alti nella storia dei conjuntos regionais), in cui lo choro viene sostanzialmente accompagnato ritmicamente come samba.   

I brani proposti, che parte degli iscritti avevano studiato precedentemente con me e con Fabio Falaguasta nel Laboratorio Choro di Testaccio, erano choros strumentali Proezas de Solon e Cheguei di Pixinguinha, Matuto di Ernesto Nazareth, o brani originali di Cazes come Alô Paulinho, choros cantati come Doce melodia di Abel Ferreira (sul modello dell’esecuzione di Ademilde Fonseca), Lamentos di Pixinguinha, Adeus batucada di Synval Silva (basandosi sull’esecuzione di Carmen Miranda). Cazes ha dato non solo informazioni fondamentali sull’incastro tra gli strumenti, sulla prassi della roda, sulle varie levadas di cavaquinho, ma anche, da quel grande esperto di samba che è, sul modo “corretto” di cantare il samba: con l’accentazione ritmica delle sillabe, che deve tendere di più al parlato (portando come esempio quella sorta di “scat ritmico” vocale che praticava il grande batterista Luciano Perrone), il non prolungamento delle note finali delle frasi, il “dosaggio” circoscritto e mirato, in senso espressivo, del vibrato.
L’incontro con Cazes in quei giorni non si è esaurito all’interno del seminario: pranzi e cene erano momenti altrettanto importanti, conviviali sì, ma dove sempre venivano raccontati pezzi importanti di storia della musica brasiliana (come gli incontri con grandi come Radamés Gnattali o Dorival Caymmi). E anche, soprattutto, è stato per me fondamentale il poter suonare con lui, poter “respirare” le frasi musicali insieme, restituendomi il senso più profondo e elevato del fare musica suonando insieme. Già nella master class a Reggio Calabria avevo potuto accompagnarlo in qualche pezzo. Ma a Roma ci sono stati degli episodi (per il mio percorso artistico fondamentali), come il concerto al Teatro Studio Keiros del 31 ottobre (con la partecipazione anche di Massimo Aureli, Lorenzo Andraghetti e Fabio Falaguasta), 

poi alcuni brani suonati durante il seminario romano (indimenticabile per me l’esecuzione estemporanea in duo, cavaquinho e pianoforte, di Rosa di Pixinguinha, a conclusione del secondo giorno), e poi il concerto della domenica 10 novembre, prima di lasciare il giorno dopo l’Italia, in cui Cazes è stato ospite del nostro “ Projeto Linda Flor” (con me al pianoforte, Roberta Piccirillo alla voce, Massimo Aureli alla chitarra 7 corde e la partecipazione di Fabio Falaguasta al cavaquinho), in cui abbiamo suonato alcuni brani suoi e miei, e classici dello choro (come Brasileirinho di Waldir Azevedo), per concludere con un emozionante Carinhoso di Pixinguinha. Dopo il concerto non poteva mancare una bella mangiata e bevuta in un ristorante di Testaccio.

E poi di nuovo nella sala concerti della Scuola per la roda finale, che ha visto momenti di grande condivisione con gli chorões romani accorsi per l’occasione, e ha visto un emozionato e emozionante saluto, per solo cavaquinho, che Cazes ha voluto dedicare a tutti noi: Inesquecível di Paulinho da Viola. Indimenticabile, come tutti i giorni passati insieme tra quella fine di ottobre e inizio di novembre 2019. Obrigado Henrique.  
Giovanni Guaccero